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1991, 30 anni fa.

A gennaio la Guerra del Golfo, poco dopo il disastro della Moby Prince, Georgia,Ucraina e le altre repubbliche ex sovietiche dichiaravano la loro indipendenza dall’URSS così come Croazia e Slovenia dall’ex Jugoslavia.

La Sampdoria vinceva il campionato di calcio, Mike Powell stabiliva il record nel salto in lungo, ci lasciavano tra gli altri Walter Chiari e Freddy Mercury, al cinema usciva “Il silenzio degli Innocenti”. Il tutto mentre inizia l’era di internet. Il 6 agosto il 34enne Tim Berners-Lee, ricercatore del Cern, trova la soluzione al problema di come condividere i documenti tra studiosi, sviluppando un software basato sul concetto di ipertesto, che lui stesso battezza come World Wide Web. Il sito che mette in rete è il primo della storia e inaugura ufficialmente l’era di internet. É stata l’alba di un nuovo mondo , in ogni suo aspetto. É stata l’alba di una nuova informazione e di una nuova comunicazione. E di conseguenza è stata una nuova alba anche per l’educazione e per l’insegnamento.

2021, oggi.

Stiamo vivendo un periodo particolarmente storico. Il 2020 è iniziato con gli incendi in Australia, proseguito con l’esplosione di Beirut ed i saluti commossi a Kobe Bryant, Diego Armando Maradona, Paolo Rossi, Stefano D’Orazio e Gigi Proietti tra i personaggi più popolari. E poi la pandemia, il COVID 19 che ha sconvolto le nostre vite e cambiato le nostre abitudini lavorative, sportive, economiche e sociali. E ha costretto tanti di noi a dare l’ultimo saluto a genitori, nonni, parenti o amici. Quell’alba di un nuovo mondo, quella di trent’anni fa, ha vissuto ormai già più di un tramonto. Questo in particolare è un tramonto diverso, è uno di quelli che restano impressi nella memoria di tante persone. Ma come tutte le cose sconvolgenti sono albe di nuove opportunità. E Tim Berners-Lee ha avuto una visione del bene, permettendo a noi oggi di continuare a lavorare, socializzare, allenare, studiare ed educare. Fosse arrivata 30 anni fa la pandemia, come sarebbe stata la nostra vita allora? Ed oggi?

Sono un istruttore scuola calcio e per me nel percorso educativo e d’insegnamento quel 6 agosto 1991 assume ora un valore particolare. I bimbi che alleno hanno dai 4 agli 8 anni, ed hanno oggi la possibilità di continuare il loro percorso educativo grazie a internet ed alle App che permettono l’insegnamento esperienziale anche a distanza.

Cosa si intende nello specifico con Educare e Insegnare?

Sappiamo da Wikipedia che educare deriva da ‘educere:

come trarre fuori, condurre con l’esempio lo sviluppo delle facoltà intellettuali, estetiche, e delle qualità morali di una persona”.

E che insegnare deriva da ‘insignare’:

imprimere segni nella mente. Far sì con le parole, con spiegazioni, o anche solo con l’esempio, che qualcun altro acquisti una o più cognizioni, un’esperienza, un’abitudine, la capacità di compiere un’operazione, o apprenda il modo di fare un lavoro, di esercitare un’attività, di far funzionare un meccanismo”.

Entrambe le definizioni hanno come punto in comune l’esempio. L’esempio positivo, fatto di persone, comportamenti, comunicazioni ed esercitazioni che diano loro la possibilità di vivere esperienze in grado di sviluppare le loro capacità di adattamento e trasformazione, ovvero l’abilità di modificare la reazione motoria in relazione alle modificazioni improvvise che si verificano durante il gioco. Un’abilità fondamentale nel calcio, nello sport ed anche nella vita, poiché adattarsi e trasformare ci prepara al meglio a ciò che ci può aspettare da qui a trent’anni.

Un’altra abilità è quella di riuscire a vedere questo futuro.  I bimbi sono grandi maestri in questo, sono loro l’esempio da seguire quando ci insegnano a sognare, a fare grandissimi viaggi con l’immaginazione.

E se fossero proprio i sogni e questi meravigliosi viaggi a permetterci di creare un futuro?

É capitato anche a voi  di vedere bambini che sono sempre in eterno movimento fermarsi come stupiti per qualche minuto davanti alla maglietta del loro idolo? 

2051, fra 30 anni…

Amo pensare che, così come questa terza parte dell’articolo, anche il futuro sia ancora da scrivere. Lo stiamo scrivendo oggi, tutti quanti, adulti e bambini.

Tu come stai scrivendo il tuo futuro?

Cosa stai insegnando ai tuoi figli? 

Come lì stai educando?

Quali sogni stai tirando fuori dal cassetto?

Cosa stai seminando nella tua vita oggi?

Cosa continui ad annaffiare con cura ogni giorno?

Cosa ti impedisce di essere il  nuovo Tim Berners-Lee?

Il 2051 sarà questo. La nostra visione futura del bene. Sei pronto?

 

Dimitri Giudici 

Coach Ekis Cantera

Volete comunicare meglio con i vostri bambini? Non leggete qui sotto!!!

… … State continuando a leggere vero? Lo so, un pò siete stati spinti dalla curiosità ed un pò invece, come succede ai nostri bimbi, dal fatto che c’era scritto “NON leggete qui sotto” e quindi la cosa che viene chiesta di non fare attrae di più, diventa una sorta di calamita. Vi siete mai chiesti come decidiamo di fare o non fare una determinata cosa e come la scegliamo ? E quali sono i meccanismi della nostra mente che attiviamo in queste situazioni? Facciamo un po’ di chiarezza Quante volte da genitore, zio/a, insegnante, allenatore ecc…. vi sono capitate situazioni nelle quali comunicando con uno o più bambini avete ottenuto il risultato opposto a quello desiderato? Alcuni esempi? In piscina: “NON correre!” In famiglia: “NON non rovesciare il bicchiere!” Con un giocattolo sporco: “ NON metterlo in bocca!” All’allenamento di calcio: “NON uscire dal quadrato!” E se non fossero i bambini a non capire o ad essere dispettosi ma fossimo noi a comunicare in maniera poco efficace?

NON pensate a come si chiama Baudo di nome?

Chi sta pensando PIPPO? Ad un primo livello inconscio il NON non viene elaborato, la nostra mente quindi prima pensa “A COME SI CHIAMA BAUDO DI NOME” e solo in un secondo momento  ci dice “ah, guarda che non ci devi pensare eh!!” .Un po’ come se vi chiedessi di NON pensare al nome di vostra mamma o di NON pensare ad una scimmia rosa su un albero… E quindi, tornando ai nostri bimbi, cosa succederebbe se al posto di chieder loro quello che NON vogliamo che facciano semplicemente chiedessi loro quello CHE VOGLIAMO CHE FACCIANO. In piscina: “NON correre!” diventa “Cammina (piano)”, In famiglia: “NON non rovesciare il bicchiere!” diventa “Tienilo dritto” oppure “Tienilo in bolla”, Con un giocattolo sporco: “ NON metterle in bocca!” diventa “Tienilo tra le mani”, All’allenamento di calcio: “NON uscire dal quadrato!” diventa “Resta nel quadrato”. So perfettamente che questo modo di parlare ci appartiene poco, siamo stati istruiti in maniera diversa, MA alla prima occasione mettetevi in gioco e provate! Rimarrete sorpresi dai nuovi comportamenti dei vostri bambini! Il nostro cervello tende a RISPARMIARE ENERGIA, è pigro e cerca scorciatoie laddove se ne presenta l’occasione! Ed è bello sapere che se comprendiamo la logica delle negazioni e facciamo nostri questi tecnicismi di comunicazione efficace potremo davvero “influenzare positivamente” i comportamenti dei nostri bimbi. BASTA COSì POCO? SCOPRITELO! E non divertitevi troppo !!! Dimo Mental Coach